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Il Mercatino del Gusto, l’avventura ventennale di Michele Bruno

“Il Mercatino del Gusto” di Maglie non è soltanto un evento gastronomico, ma sociale, un osservatorio permanente della cultura gastronomica pugliese”.

Alla soglia del ventesimo compleanno (che festeggerà il prossimo anno), il Mercatino del food&wine più famoso d’Italia si prepara a vivere la sua 19esima edizione. Quest’anno sarà il “Baratto” il tema ispiratore: dopo la “Cura” e la “Gioia”, motivi ideati da Michele Bruno, anima dell’evento e dal giornalista e disegnatore di idee Giacomo Mojoli – e sposati dal padre naturale, il presidente dell’Associazione Mercatino del Gusto Salvatore Santese– sarà il baratto a raccogliere le energie e l’entusiasmo che girano intorno alla kermesse dedicata al cibo di qualità, che si terrà a Maglie dall’1 al 5 agosto 2018. L’idea di barattare una conoscenza, un’idea, un’esperienza che noi abbiamo con l’altro.

Chiacchierando con l’ideatore, Michele Bruno, mi è balzata agli occhi la passione e il forte legame al territorio che hanno trasformato questo nell’evento di riferimento assoluto nel settore. Medico nucleare all’ospedale Perrino di Brindisi, dopo una lunga militanza in Slow Food, fonda l’associazione Puglia Expò. Da vent’anni, è l’anima del Mercatino.

“Il Baratto è inteso come il baratto delle esperienze, delle idee, contemplando per la prima volta negli anni la possibilità di aprirci ad aziende non pugliesi. In tempi non sospetti, quando il Mercatino nacque, mettere insieme dieci aziende del Salento era già un’impresa non da poco”, racconta Bruno.

Quei tempi oggi sono lontani: il Mercatino ha ormai carattere regionale e nazionale, “questo soprattutto perché abbiamo sempre affiancato alla voglia di valorizzare il buon prodotto locale, il desiderio di aprirci all’altro”.

E poi c’è il Premio Mercatino del Gusto: l’obiettivo è riconoscere il valore, il patrimonio della nostra terra.

Vent’anni fa, l’idea era chiara: il Mercatino del Gusto doveva rappresentare la Puglia. Il turista che sopraggiungeva a Maglie doveva ritrovarsi immerso in uno spaccato della nostra regione. “Adesso sembra cosa scontata, ma vent’anni fa non proprio”, ricorda Michele Bruno, che sottolinea l’importanza di mettere in connessione il visitatore con la nostra identità. “Abbiamo raccolto le nostre eccellenze e le abbiamo messe insieme: i pezzetti di cavallo del Salento, le bombette della Valle d’Itria, le birre artigianali, la focaccia barese e così via. Era il 2003 e inconsapevolmente davamo vita alla prima forma di street food”. Innalzare i livelli di qualità e fare sistema sono diventate le direttrici della mission del Mercatino. Da un decennio, poi, i temi dell’ecologico e dell’ecosostenibile hanno guadagnato grande spazio nell’evento. La qualità è il parametro attento con cui le aziende eccellenti vengono selezionate ogni anno: “Solo produttori e soltanto prodotti tipici, accesso vietato ai venditori”.

Ospiti d’eccezione, negli anni, se ne sono susseguiti. Prima con la gestione di Slow Food e poi, successivamente, con quella dell’omonima associazione no profit, “l’obiettivo non è mai stato fare utile, ma dare la possibilità alle aziende di farsi conoscere attraverso la loro materia prima attraverso il pagamento di una quota di partecipazione”.

Insomma, per la caratura che oggi assume il Mercatino, “chiamarlo Mercatino, sarebbe anche riduttivo”, sottolinea il fondatore, “ma lo spirito resta lo stesso di quando veniva organizzato con dodici aziende all’interno del Liceo Classico. Nonostante oggi siano oltre 150 le persone che, tra hostess, sommelier Ais, camerieri e aziende, ruotano intorno alla kermesse.

L’identità pugliese del Mercatino si è fondata su questa capacità: raccogliere i produttori che si muovevano autonomamente e farne un sistema all’interno di un evento vero e proprio. “Avevamo i tesori, ma non avevamo ancora capito come promuoverli. Siamo partiti di lì”. Tutto, sulla linea di un filo conduttore tematico che portasse alla riflessione del grande pubblico: la Bellezza, la Gioia, il Baratto.

Ma c’è un sogno nel cassetto ancora inespresso per Michele Bruno? “Gli stimoli nuovi ci sono sempre – conclude – e se proprio dovessi esprimerne uno, sarebbe di scrivere finalmente quella tanto desiderata guida della Valle d’Itria, dedicata ai suoi tesori, tra paesaggi onirici e prelibatezze gastronomiche”.

Tutto pronto, quindi, e tutto impeccabilmente organizzato, “anche e soprattutto alla Città di Maglie che ci ospita, al coordinatore logistico Antonio Guarini e a Valentina Attanasio, che cura la segreteria organizzativa”.

 

Babette