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Una domenica a Turi, al sapor di “Ciliegia Ferrovia”

Quando arrivi a Turi è la pietra stessa delle case che sembra ti sorrida. Se poi raggiungi questa bella cittadina a una trentina di chilometri da Bari, sull’altopiano della Murgia, in un giorno di festa, il calore della sua gente ti coinvolge e ti avvolge. Di domenica il sole bagna le strade lastricate dalle vecchie “chianche”, tra case e palazzi, portali decorati e balconi dalle ringhiere in ferro battuto, e si festeggia per la ventinovesima volta “l’Oro Rosso di Turi”. Il borgo, infatti, è leader nella produzione della Ciliegia Ferrovia, varietà dai caratteri spettacolari: la rotondità, il colore rosso vivo, il gusto deciso, la croccantezza. Turi e l’intero circondario forniscono ben un sesto della produzione al Paese intero. E quest’anno gli agricoltori hanno sofferto non poco: il mese di maggio ha provocato parecchi danni, si è registrato circa il 30% di perdita.

Eppure, nonostante tutto, la Ciliegia Ferrovia è stata celebrata in tutta la sua bellezza, grazie all’impegno e alla dedizione dell’associazione “In Piazza”, delegata all’organizzazione dell’evento. Diverse le novità dell’edizione 2019 della Sagra della Ciliegia Ferrovia, a partire dalla durata: tre giorni, anziché due. Da venerdì a domenica il paese è stato in festa e il flusso di visitatori giunti a Turi da ogni dove per la sagra è stato importante. “In questo periodo le strutture ricettive registrano il “tutto esaurito” –, mi spiega Flavio Insalata, giornalista e responsabile dell’ufficio stampa della 29esima edizione della Sagra – e i pullman provenienti dall’intera regione e oltre vengono prenotati con largo anticipo”. E nemmeno il sole cocente di metà giugno ha dirottato la gente al mare: da mattino a notte fonda, la piazza e le vie del percorso culturale allestito per l’occasione erano gremite. La presenza di “Nannino” , carro allegorico di proprietà del Comune di Melfi e realizzato dai maestri per questa occasione, rappresentante la figura dell’agricoltore che cerca informazioni sulle buone prassi di coltivazione della ciliegia.

La mia passeggiata per le strade del borgo ha toccato diverse tappe: i banchi di assaggio e di vendita delle ciliegie, il percorso organolettico con aziende di produzione eno-gastronomica (una decina le cantine regionali presenti e diverse quelle produttrici di specialità del posto) promosso dalle associazioni “Etra” e “Percorsi Culturali” nell’ambito del Wine Music Festival; la mostra d’abiti d’epoca intitolata “Abiti d’altri Tempi – Viaggio nella moda fra Ottocento e Novecento”.

Fino ad arrivare alla mostra allestita sotto l’arco, addobbato con fiori d’albero di ciliegio per l’occasione. Fra un assaggio e l’altro, ecco arrivare le istituzioni: il senatore Dario Stefàno,vicino alla comunità di Turi e alla sagra, il sindaco Tina Resta, fresca d’elezione e i referenti dell’associazione “In Piazza”, a partire dal presidente, Livio Lerede. Tuttiin corohanno celebrato la sagra come momento di grande sviluppo per l’intera comunità. Ci sono, poi, delle cose che non si possono non fare quando si va a Turi (oltre che mangiare le buonissime Ferrovia): assaporare ad esempio il Trònere,un meraviglioso piatto a base di carne tipico del posto per sapore e tempi di cottura, o la Faldacchèa,un dolce a base di mandorla, insaporito con cannella, limone e marmellata di ciliegie o amarene.

La gente di Turi è bella, solare, ti fa sentire accolta. La Sagra della Ciliegia Ferrovia è il riscatto di una comunità del Sud che, come tante altre, riconosce il valore di un prodotto principe per l’economia locale. In tanti portavano a casa non solo cassette colme di ciliegie ma anche alberelli da piantare. Perché chi crede ancora nella terra, spesso è perché nella terra ci è nato. La Sagra della Ciliegia Ferrovia si è conclusa e il prossimo sarà un compleanno di rilievo: trenta anni di vita, tutti da festeggiare. Tutte le info su www.sagraciliegiaferrovia.it