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Microgreens: una sfida chiamata “VeeTaste”

“Quello che vorremmo trasmettere ai ragazzi che inseguono un sogno è di non sigillarlo nel cassetto! Il lavoro può coincidere con le nostre passioni, con i nostri sogni, ma dobbiamo essere molto bravi a non demordere mai, a non arrenderci alle prime difficoltà, perché quelle purtroppo non mancano mai, ma di sicuro ci fortificano”.

Francesca Palermo e suo marito Claudio Moresi, rispettivamente titolare-responsabile commerciale e responsabile area tecnica di “VeeTaste”, azienda di produzione di micro ortaggi con sede a Modugno (Bari), sono la dimostrazione lampante che un cambiamento di programma, spesso, può rappresentare la svolta della vita.

Accantonata l’idea di fare gli agricoltori nel senso più tradizionale del termine, dopo un investimento sbagliato, i coniugi oggi ripongono in scaffalature a sei piani la realizzazione del loro sogno più importante: la coltivazione di micro ortaggi.

Studio, ricerca, innovazione, tanta determinazione: un mix perfetto che ha portato Palermo e Moresi a posizionarsi in un mercato nuovo e con grande successo.

“Il nostro progetto nasce dopo ben due anni di studi e di ricerche, abbiamo sperimentato diversi substrati e semi, analizzato microbiologicamente i prodotti e li abbiamo testati in termini di shelf-life: un sogno che è diventato realtà”, mi hanno raccontato Francesca e Claudio.

E a dirla tutta, ad ascoltarli, l’emozione ha preso il sopravvento. Perché quando c’è una bella storia da raccontare, una storia d’amore e di passione, una storia di riscatto, credo sia giusto divulgarla, e con la stessa tenacia renderla un esempio per chi ancora nutre qualche dubbio: volere é potere.

“I sogni, le passioni possono concretizzarsi, ma dobbiamo avere la sensibilità di identificare tutti i tasselli del nostro puzzle e corazzarci di una gran bella dose di pazienza per incastrarli nella posizione perfetta. Noi, infatti, avevamo un obiettivo: vivere in simbiosi con la natura, con l’agricoltura, cosa che avremmo realizzato se fosse andata a buon fine la pratica ISMEA. Un sogno svanito, ma che abbiamo comunque voluto inseguire, cercando nuove soluzioni, nuove strategie che ci hanno portato a fondare la Veetaste Urban Agriculture, un’azienda agricola sui generis, in quanto non si basa sul classico concetto di agricoltura tradizionale, bensì su un nuovo concetto di agricoltura definita “urbana”. Essa si serve di un nuovo sistema di coltivazione indoor, ovvero senza possedere un appezzamento di terra con relativo pozzo artesiano”.

Quando Francesca e suo marito Claudio hanno virato su una soluzione diversa da quanto in origine avevano immaginato non hanno soltanto risolto un problema, ma hanno portato nel territorio pugliese “un nuovo concetto di agricoltura che, negli ultimi tempi, sta prendendo piede sia con gli orti urbani sia con l’idroponica”.

Mi piacerebbe sapere quando avete capito che la strada era quella giusta. 

“Sin dal primissimo istante ci siamo accorti che la strada era quella giusta. Ed esattamente a maggio del 2017, periodo in cui è avvenuta la nostra prima vera produzione di micro ortaggi: diciassette varietà che abbiamo man mano diffuso tra diversi potenziali clienti, i quali ci hanno trasmesso feedback davvero insuperabili. Tutti ci hanno suggerito di andare avanti! I pareri positivi non solo ci hanno confermato che la realtà su cui ci stavamo concentrando stesse prendendo piede, ma ci hanno spinto a testare nuovi prodotti. Oggi coltiviamo ben sessanta varietà. E le telefonate, i messaggi e le mail, ancora oggi, ci inorgogliscono: appartengono a persone interessate all’acquisto dei nostri prodotti perché hanno assaggiato e testato diversi microgreens o semplicemente perché hanno sentito parlare della nostra azienda e dei nostri microortaggi come tra i più saporiti sul mercato.
Il passaparola è la migliore pubblicità, lo spot più efficace a costo zero”.

Quali saranno i vostri prossimi passi?

“Le idee che bollono in pentola sono tante e tanti sono i miglioramenti che vorremmo apportare nella nostra azienda. Uno fra tutti, portare i nostri micro ortaggi sulle tavole di tutti i consumatori, perché è un prodotto sostanzialmente bello, buono, sano e intelligente, che soprattutto fornisce in pochi grammi un mix di vitamine, sali e valori nutrizionali”.

Chi sono i vostri clienti privilegiati?

“Non esistono clienti privilegiati, noi per primi abbiamo iniziato questa splendida avventura pur non avendo nessun privilegio!
Il nostro intento, e pian piano stiamo ottenendo buoni risultati, è quello di creare un’unica grande famiglia, una gran bella squadra di professionisti, di appassionati, pronta ad accompagnarci nello sviluppo dei nostri micro ortaggi partendo dagli abbinamenti, dalla ricerca di colori e sapori, dallo screening di nuovi ingredienti speciali che possano diventare parte imprescindibile del piatto e non solo elemento puramente ornamentale”.

E i vostri consumatori finali? 

“Ristoratori, chef gourmet e non solo. Tutti devono conoscere ed assaporare i nostri micro ortaggi!
Durante le fiere, infatti, ci interfacciamo molto spesso con il “consumatore finale”, che inizialmente si avvicina al nostro stand incuriosito dai colori e dai profumi delle nostre “creaturine”, ma successivamente rimane folgorato dal sapore intenso ed inaspettato, mostrando entusiasmo per una nuovo modo di fare agricoltura e per un modo alternativo di consumare prodotti “non cotti” che consentono di mantenere intatte le proprietà nutrizionali, decisamente benefiche per la nostra salute, a differenza dei loro corrispettivi adulti, che in fase di cottura distruggono gran parte di principi nutritivi”.

Babette