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Il mio viaggio tra i Sassi di Matera, città wallet-friendly

Arrivare a Matera di sera è una grande emozione. L’impatto con i Sassi, al chiaro di luna, toglie il fiato. È sabato, è mezzanotte, eppure tutto intorno c’è silenzio.
La sensazione che si prova alle primissime battute è che a Matera il tempo si sia fermato alla “dolente bellezza” raccontata da Carlo Levi. Eppure le conquiste della comunità materana permeano ogni piazzale, ogni vicolo, ogni pietra. Matera” Patrimonio Mondiale Unesco”. Matera Capitale Europea della Cultura 2019. I materani ne vanno fieri: l’orgoglio glielo si legge negli occhi e nelle braccia sempre aperte, pronte ad accogliere i viaggiatori.
Le casupole dei contadini s’affacciano sui Sassi, quasi fossero belle signore sporte sui balconi; le residenze luxury trovano spazio nelle grotte naturali, mai stonate, mai inopportune. La prima volta a Matera maturi una consapevolezza: la voglia di tornarci. Perché è un luogo magico, spirituale, che ti cattura, che scava nell’anima e lascia un segno. Ti conquista con la sua umiltà, con la sua unicità.
Teatro naturale di una rappresentazione melodrammatica. Cornice sensuale di un amore profondo, materno.

Ho pernottato in un bellissimo hotel, che vi consiglio di cuore: Palazzo del Duca, a due passi dalla Cattedrale. Il panorama è pazzesco. Raffinato, delicato, elegante, da poco restaurato. Elementi storici e della tradizione si fondono, dando vita ai più moderni comfort. Il risultato è ottimo.
A pochi passi dal Palazzo del Duca, c’è il ristorante di cui vi parlerò.

Immerso nei Sassi che gli fanno da cornice naturale, fra i tanti, ho optato per Baccanti.

Uno spazio nella pietra, bello, autentico. Una dimensione intima in cui ci si sente facilmente a casa. Luce calda, sale scavate nella grotta, oggetti che rievocano atmosfere ancestrali. Una cantina degna di nota. Location ineccepibile.
Il menù. Il 90% delle materie prime è a chilometro zero. Piccoli produttori e contadini del posto forniscono alla struttura l’occorrente per le preparazioni.
I piatti: ho ordinato un antipasto e un primo. Un secondo antipasto ci è stato gentilmente offerto.
Patata alla cenere con stracciatella, cime di rape e briciole di tarallo, flan di caciocavallo Podolico 12 mesi del Castello di Uggiano con la salsiccia pezzente di Giovanni Ciliberti, calzoncelli di ricotta fatti a mano, baccalà e pesto di fichi secchi. Abbiamo assaggiato anche un ottimo tagliolino con ragù bianco d’agnello delle colline lucane e delle costolette d’agnello con mele e cicorielle. Abbiamo pasteggiato con Il Titolo, bottiglia di Aglianico del Vulture di Elena Fucci, annata 2015. Per dessert, torroncino ghiacciato con salsa di cioccolato fondente Guanaja Valrhona.
Matera mi ha lasciato la sensazione di essere una città “wallet-friendly”, alla portata di tasca. Insomma, come una bella donna che non è consapevole della sua bellezza, eppure, è sotto gli occhi di tutti.

Babette